GLICINE, RICORDO DI PASOLINI

glicine

Girando per le strade della penisola nei dolci giorni di aprile, si possono notare tanti glicine in piena fioritura.

Torna così alla mente il poemetto di PASOLINI “Il Glicine”, (“La religione del mio tempo”, Garzanti 1961).

Voglio riproporre qui alcuni versi, accompagnandoli con le foto riprese nei giardini sorrentini, per ricordare il poeta, indimenticabile voce civile dell’Italia, ed evidenziare la bellezza di questo rampicante già presentato in un precedente articolo.

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……..e intanto era aprile,
e il glicine era qui, a rifiorire.
……………………………………………..
prepotente, feroce
rinasci, e di colpo, in una notte, copri
un intera parete appena alzata, il muro
principesco di un ocra
screpolato al nuovo sole che lo cuoce……….
E basti tu, col tuo profumo, oscuro,
caduco rampicante, a farmi puro
di storia come un verme, come un monaco:
e non lo voglio, mi rivolto – arido
nella mia nuova rabbia,
a puntellare lo scrostato intonaco
del mio nuovo edificio.
………………………………………………………………..
Tu che brutale ritorni,
non ringiovanito, ma addirittura  rinato,
furia della natura, dolcissima,
mi stronchi, uomo già stroncato
da una serie di miserabili giorni,
ti sporgi sopra i miei riaperti abissi,
profumi vergine sul mio eclissi,
antica sensualità………….

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