Nel tardo ottocento si diffonde molto il ‘parlare’ con i fiori. Anche in quest’epoca domina l’argomento ‘amore’, ci si dichiara ad una nuova conoscenza con i fiori, specialmente tra i giovani, eredi spirituali del Romanticismo. Iniziano a frequentarsi prima di convolare a nozze, sia pur in presenza di ‘tutori’ dell’onore della fanciulla, ed i fiori diventano ‘parole’ celate per dichiararsi o anche per segreti convegni.
Così il linguaggio dei fiori diventa piano piano più complesso, e con opportune composizioni esprime tutta la gamma di sentimenti ,stati d’animo ed elogi verso la donna amata, ma anche eventuali rimproveri. I nomi dei fiori ancora conservano tracce di quest’epoca e del loro significato, il ‘non ti scordar di me‘, la viola ‘del pensiero‘…
Dunque si fa forte l’esigenza di un ‘vocabolario’ ampio, si recuperano allora i significati più antichi, mentre se ne attribuiscono di nuovi, utilizzando il simbolismo dei colori, delle forme, della stagione, e del luogo dove il fiore naturalmente sboccia.
Tutto questo però non è universalmente riconosciuto, proprio perchè è frutto di tradizioni diverse, ed il linguaggio dei fiori rischia di trasformarsi in una Babele se si approfondisce nei particolari. Quello che però possiamo cogliere sono degli orientamenti di fondo.
Ad esempio, i fiori piccoli e delicati sono portatori di significati positivi, al contrario i fiori grandi sono accostati con sospetto e diffidenza.
Ci sono poi fiori, o meglio vegetali, la cui valenza simbolica è stata così fortemente radicata che è sopravvissuta nei secoli, ed alle civiltà.
E’ il caso della Palma, che in tutto il bacino del Mediterraneo antico simboleggiava la Gloria, il trionfo, e ancora oggi mantiene questo significato.
O dell’ulivo, legato all’idea della conciliazione e della pace.
Anche il significato della spiga di grano matura ha una origine antica, abbondanza e prosperità.
L’alloro, significato simile alla palma, ma orientato verso successi scolastici, ‘laurea’ anche la parola lo ricorda…
L’edera, per indicare un legame imperituro, (veniva associata a Dionisio, di cui si racconta che venne fatto a pezzi ma miracolosamente risorse integro), ‘avvinti come l’edera..’ recitava una canzone.
Il mirto, la pianta dell’amore, ma anche purezza e verginità, desiderio e pienezza.